"L’ospedale vicino alla foresta" |
(2003) di Piero Farina e Ausilio Priuli, durata 28’00’’ |
Nell’Africa centro occidentale, nel nord della Repubblica del Benin, non molto lontano dalla catena montuosa dell’Atakorà, alla fine degli anni sessanta del secolo scorso, nella piccola località di Tanguietà, si trovava l’ “Ospedale Fate il Bene Fratelli Saint Jean de Dieu”, all’epoca modesto presidio sanitario con una settantina di posti letto. Nel 1972 la direzione del nosocomio fu affidata a un frate italiano, Fiorenzo Priuli, un medico chirurgo della Val Camonica. Frère Florent, così da tutti conosciuto nel Benin, in decenni di attività, ha reso l’ospedale così noto e importante da essere apprezzato in tutto il territorio centro-africano. Frère Florent ha saputo far accettare la medicina e la chirurgia moderna agli abitanti del paese senza sottovalutare però le cure praticate con le erbe che, seguendo le più antiche tradizioni terapeutiche dei “guaritori”, in alcuni casi possono essere efficaci. Il governo francese nel 2002 ha riconosciuto l’opera svolta da Frère Florent come primo responsabile e medico chirurgo dell’ospedale e considerando che le sue capacità di medico non sono mai state disgiunte dalla sua grande umanità, gli ha attribuito la Legion d’Onore. |
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"Là dove nasce il Duomo" |
(2004) di Piero Farina, durata 30’ 03”’ |
Il Duomo di Milano è la più grande e importante basilica gotica italiana.
Uno dei problemi più rilevanti che dovettero risolvere i suoi costruttori, fu quello di procurare un materiale adatto ad alimentare l’immensa fabbrica che nel corso di molti anni avrebbe permesso l’edificazione del tempio.
Gian Galeazzo Visconti, che nel quattordicesimo secolo dette inizio ai lavori, pensò di trovare il marmo necessario in una cava di sua proprietà, non molto lontano dalle rive del Lago Maggiore. Il trasporto dei blocchi di marmo fino a Milano avvenne, per centinaia d’anni, lungo il corso del Naviglio Grande.
Il documentario inizia sulle guglie del Duomo, raggiunge la cava di Candoglia, descrive il percorso seguito dai blocchi lungo il Naviglio Grande, rivive le atmosfere che per decenni hanno caratterizzato il territorio attraversato dal Naviglio, mostra i lavori di ristrutturazione e restauro, in corso dal duemiladue, sulla facciata del Duomo.
Ė un viaggio nel tempo e nello spazio, in una regione della pianura Padana che, per quanto in parte sia mutata a causa della forte industrializzazione, conserva ancora tutto il suo fascino. |
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"L'acqua che viene da lontano" |
(2006) di Piero Farina e Marisa Fogliarini, durata 27’30” |
Alla metà del Settecento Carlo III di Borbone decide di costruire per sé e per la sua dinastia, nella piana dove oggi si trova la città di Caserta, una reggia grandiosa come quella di Versailles.
L’architetto Luigi Vanvitelli procura l’acqua necessaria per le fontane del parco costruendo un acquedotto oggi considerato tra le più grandi opere idrauliche dell’antichità, degno di figurare nell’elenco dei capolavori da salvare patrocinati dall’UNESCO.
Quaranta chilometri di condotte sotterranee, di gallerie, di pozzi e terrapieni, di ponti, tra i quali figurano i cosiddetti “Ponti della Valle” ispirati ai grandi acquedotti sospesi romani.
L’Acquedotto Carolino oltre a servire la Reggia di Caserta e le fontane del suo parco, favorisce lo sviluppo dei paesi nella Valle di Maddaloni, nel territorio che oggi fa parte del Parco Regionale del Taburno, e per più di un secolo fa girare le ruote che muovono i torcitoi nella filanda reale di S. Leucio.
L’acquedotto di Vanvitelli e tutta la realtà che si muove attorno ad esso mostrano come il meridione d’Italia avrebbe potuto continuare a essere oltre che simbolo di civiltà, anche modello di sviluppo economico. |
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"Quando l'acqua fa paura" |
(2006) di Piero Farina e Marisa Fogliarini, durata 29’22” |
Badalucco, paese di milleduecento abitanti, sorge in Valle Argentina, una delle più belle valli dell’estremo ponente ligure.
La storia recente della piccola comunità è stata segnata dalla lotta, combattuta e vinta, per allontanare da sé “ l’acqua che fa paura”.
Nel 1963 la Società Elettrica Nazionale aveva deciso di costruire una grande diga di venti milioni di metri cubi d’acqua. L’invaso avrebbe rappresentato una permanente minaccia per l’intera valle e privato il paese dell’acqua del torrente Argentina, necessaria a far girare le macine dei frantoi e ad annaffiare gli orti.
Quando le opere collaterali alla vera e propria diga avevano ormai raggiunto un notevole stato di avanzamento, si verificò il disastro del Vajont.
La tragedia sensibilizzò l’opinione pubblica nazionale e a Badalucco esplose la protesta.
Gli abitanti scesero in piazza e lottarono aspramente per difendere gli interessi dell’intera vallata.
Il documentario, seguendo la cronaca di quei giorni lontani, rievoca quelle ore drammatiche, dove molti subirono l’arresto e la prigione per difendere se stessi e la natura che mal sopporta di essere modificata e che, spesso, come mostrano le cronache, si prende terribili rivincite. |
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"Terre di confine: l'acqua e la pietra" |
(2007) di Piero Farina e Marisa Fogliarini, durata 27’30’ |
Tra le tante terre di confine che si trovano sugli estremi lembi del suolo nazionale, il territorio che circonda il golfo di Trieste è senz’altro uno dei più contesi, ma anche tra i più legati alla storia della Repubblica Italiana.
Qui le rocce dell’altopiano carsico strapiombano sul mare dando vita a paesaggi tra i più affascinanti dell’Adriatico, amati da scrittori, poeti, naturalisti.
Qui l’acqua in milioni di anni ha scavato la roccia dando origine a universi sotterranei di grande bellezza.
Qui con la pietra carsica, utilizzata in tutta la regione come ottimo materiale da costruzione, è stato realizzato il Castello di Miramare, sogno d’amore di uno sfortunato sovrano.
Con la stessa pietra è stato edificato il Faro della Vittoria, eretto dopo la Prima Guerra Mondiale quando l’intera regione ha duramente sofferto per ritornare alla madrepatria.
Sepolti nella pietra dell’altopiano restano infine alcuni tra i più cruenti segni dell’ultimo conflitto mondiale quando la città più cara agli italiani ha rischiato di perdere la propria identità nazionale.
Oggi la storia degli ultimi cento anni, con la definitiva caduta dei confini che per secoli hanno diviso il suolo europeo, appartiene definitivamente al passato e la città può guardare con fiducia al suo futuro. |
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"Terre di confine: dove la natura comanda" |
(2008) di Piero Farina e Marisa Fogliarini, durata 29’50’ |
Un altopiano attorno ai duemila metri interamente ricoperto d’erba e fiori di campo, una coltivazione di piante officinali, centinaia di pecore che lasciano il fondo valle e percorrono un ghiacciaio per trascorrere l’estate sui pascoli d’altura, un vecchio che in un paese di montagna taglia la legna e la prepara per l’inverno.
Luoghi, situazioni e attività assai comuni, ma che è difficile trovare gestite e curate con la stessa attenzione per l’ambiente come in Alto Adige, Sud Tirolo per gli italiani di madrelingua tedesca. In questa parte d’Italia si può veramente dire che la natura comanda. Le dorsali delle montagne, le valli, le colline che circondano il capoluogo di Bolzano, sono ancora assai ricche di popolazione.
L’antica civiltà dei masi, aiutata con lungimiranza dall’amministrazione delle provincia, oltre a garantire il benessere della popolazione favorisce la stabilità dei suoli.
Nei centri urbani si presta la medesima attenzione all’inquinamento acustico, a quello delle acque, all’isolamento termico delle abitazioni, al risparmio energetico e di conseguenza, anche alla riduzione dell’inquinamento atmosferico.
Seguendo antiche tradizioni, nella piccola patria sud tirolese ancora oggi si curano alcuni malanni con bagni di fieno e piante officinali, ma s’interviene anche su alcune particolari patologie respiratorie in specializzati e tecnologici centri climatici sotterranei. |
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"Pazienti a quattro zampe" |
(2009) di Piero Farina e Marisa Fogliarini, durata 27’35" |
Medici veterinari svolgono la loro professione presso un reggimento di cavalleria dell’Arma dei Carabinieri, in una piccola stalla dove le mucche da latte hanno ancora un nome, in un allevamento intensivo dove le vacche sono indicate solo con dei numeri, presso la clinica veterinaria di una grande città, entrano in una casa privata per visitare un vecchio cane, gestiscono il servizio di pronto intervento con un’ambulanza dove ospitano animali abbandonati, prestano le cure necessarie ai così detti “cani di quartiere”.
La figura professionale del veterinario è contraddistinta dalla varietà delle sue funzioni, dall’eterogeneità degli interventi che un medico si trova ad affrontare.
Ma solo in questi ultimi anni è stato loro riconosciuta una dignità e una preparazione specialistica non inferiore a quella dei medici che curano gli esseri umani.
Un buon veterinario è quasi sempre dotato di una forte sensibilità e ha un profondo rispetto per la propria professione. |
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"Natura dentro" |
(2011) di Piero Farina e Marisa Fogliarini, durata 27’10" |
Nel documentario “Natura dentro” Gilmar, Luca, Ilir, Gheorghe, Rafael e Churchill, sei detenuti della Casa Circondariale di Sanremo, vivono un’esperienza di giardinaggio.
Alcuni di loro, per la prima volta dopo mesi, altri dopo anni, hanno modo di entrare in contatto con la terra, di osservare al microscopio la bellezza di alcuni fiori.
Sono viole messe a disposizione dal consorzio di cooperative “Il Cammino”, istituzione onlus senza fini di lucro, che bada al mantenimento delle piante e delle aiuole delle città rivierasche con personale spesso proveniente da categorie svantaggiate o da esperienze detentive.
Il documentario mostra alcuni momenti di vita dentro e fuori il carcere, situazioni indubbiamente molto diverse che però hanno sempre in comune la natura. Le testimonianze dei detenuti e del personale specializzato del consorzio mettono in primo piano l’importanza fondamentale del lavoro, visto per gli uni come una speranza di riscatto da una vita sbagliata, per gli altri come una felice realtà giunta a compimento che ha loro restituito fiducia nell’esistenza. |
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"Il torrente nascosto" |
(2012) di Piero Farina e Marisa Fogliarini, durata 46’00’ |
Il documentario narra del torrente San Francesco che attraversa la città di Sanremo. Coperto nel suo tratto urbano da quasi due secoli, il corso d’acqua costeggia la base della “Pigna”, il centro storico della città più nota e popolosa del Ponente.
A mano a mano che un gruppo di speleo esplora l’alveo del torrente si scoprono momenti di vita del quartiere che, in questi ultimi anni, è profondamente mutato.
“Il torrente nascosto” diviene così un filo d’Arianna che compare in diversi momenti del filmato, testimonianza di una nuova realtà sociale formata oltre che dai vecchi abitanti del quartiere, anche da numerosi extracomunitari.
La presenza nella Pigna dei “nuovi italiani” influisce oggi in modo determinante sull’equilibrio socio-economico del borgo.
In una città come Sanremo, luogo di soggiorno preferito dagli anziani, il documentario è dunque esempio di una comunità indubbiamente problematica, ma dotata di stimolanti valori culturali di giovinezza e vigore. |
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"Marisa Fogliarini: la mia pittura" |
(2015) di Piero Farina, durata 13’04" |
Il video “Marisa Fogliarini: la mia pittura”, proiettato durante la presentazione della personale di pittura tenuta a Piacenza nel 2015 presso la galleria “Studio C”, mostra alcune tra le più significative opere pittoriche dell’artista realizzate in un arco di tempo che inizia a Roma nei primi anni settanta e che oggi prosegue, oltre che nella capitale, anche nello studio di Sanremo.
Quarant’anni di attività che mostrano i vari aspetti di una pittura innanzitutto coerente con se stessa, mirata più che altro ad approfondire alcuni fondamentali aspetti della natura umana, specie quando è proprio la realtà femminile a confrontarsi col mondo che la circonda. |
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